Oggi la pressione umana sulla natura è ormai insostenibile e la nostra stessa civiltà è a rischio poiché dipende fortemente dai beni che la natura ci fornisce.
La specie umana, perseguendo un modello economico basato sulla continua crescita materiale, è divenuta un agente di trasformazione dei sistemi naturali al pari delle forze geologiche, tanto che per definire il periodo attuale viene utilizzato il termine “Antropocene”.
Il danno che stiamo provocando alla biosfera è tale che, negli ultimi 50-60 anni, abbiamo eroso gran parte delle funzioni degli ecosistemi e il sistema Terra non è mai stato così debole da quando sono comparse le moderne società umane.
Secondo Johan Rockström, Direttore Esecutivo dello Stockholm Resilience Center, «Il ritmo con cui saremo capaci di tagliare le nostre emissioni a effetto serra nei prossimi 50 anni determinerà le condizioni di vita d-elle persone sulla Terra almeno per i prossimi 10.000 anni».
Più che un limite, quindi, si tratta di una sfida: saremo capaci di utilizzare in modo più intelligente le risorse naturali e trasformare l’attuale modello lineare, che inquina e produce scarti, in un modello circolare che, imitando la natura, riesce a ridurre gli sprechi e chiudere i cicli in modo da limitare il suo impatto?